L’osteopatia rappresenta una medicina complementare che si occupa principalmente dei problemi strutturali meccanici del corpo umano in ogni fascia di età. Partendo dall’analisi dell’apparato muscolo-scheletrico, si rivolge all’individuo nella sua globalità e utilizzando tecniche manipolative cerca il recupero dell’omeostasi verso l’autoguarigione. Il trattamento manipolativo osteopatico appare fondamentale per ripristinare la mobilità fisiologica intrinseca nell’organismo come strumento per influenzarne lo sviluppo.
L’Aiserco Osteopathic Clinic for Newborn and Children aiuta i vostri bambini a superare diversi problemi associati agli eventi pre-natali, perinatali e post natali.
Nell’ottica di una “care” sempre più attenta al benessere del neonato della diade madre/bambino, l’osteopatia con le sue varie applicazioni, pone in essere trattamenti manipolativi a livello di sistema corporeo in sintonia con la tendenza del gentle handling, riportando il tutto alla fisiologia¹.
Dopo la nascita l’osteopata, tramite un’azione manuale dolce e naturale, ristabilisce quel rapporto tra struttura e funzione e fa si che l’equilibrio riprenda il sopravvento.
Nel periodo neonatale, la disfunzione somatica, ossia la componente accessibile alle mani dell’osteopata, che correla il fattore eziologico del disturbo clinico, è la conseguenza dell’evento parto. L’applicazione dei principi dell’osteopatia nel fornire cure e assistenza ai bambini costituisce la base per correlare fisiologia, disfunzione o patologia alla necessità di un trattamento osteopatico.
La medicina osteopatica, intesa come medicina delle disfunzioni che provengono dalla struttura del corpo, si appoggia su basi anatomiche e fisiologiche fin dalla sua apparizione nel XIX secolo con Andrew Taylor Still (1828, Virginia) e William Sutherland (1873, Missouri). Rappresenta un’arte diagnostica terapeutica che consiste nell’esaminare e trattare manualmente e globalmente gli individui nel tentativo di conservare la salute evitando la malattia.
A tale scopo si utilizzano un ampia varietà di approcci terapeutici con trattamenti manuali strutturali, fasciali, viscerali e cranio sacrali.
L’osteopatia è applicabile a tutti gli individui in tutte le fasce d’età, in particolare esiste un’osteopatia di tipo pediatrico in cui i destinatari sono i piccoli bambini nei vari percorsi evolutivi².
L’osteopatia pediatrica, si avvale di una valutazione generale delle condizioni fisiche del bambino prendendo in esame non solo l’apparato scheletrico e muscolare, ma anche l’aspetto neurologico e comportamentale che lo caratterizza. Trattandosi di una terapia non violenta, priva di effetti collaterali e per nulla invasiva, viene generalmente ben tollerata dai piccoli pazienti che sembrano quasi accettarla piacevolmente come una forma di cura alternativa. Inoltre, proprio per questi motivi, può essere praticata anche su bambini molto piccoli per alleviare dolori di vario tipo, compresi i più comuni disturbi dell’età infantile³.
Nel periodo neonatale, la disfunzione somatica, ossia l’elemento accessibile e identificabile dall’osteopata, che correla il fattore eziologico al disturbo clinico, è per lo più la conseguenza dell’evento parto. L’applicazione dei principi dell’osteopatia nel fornire cure e assistenza ai bambini costituisce la base per correlare fisiologia, disfunzione o patologia alla necessità di un trattamento osteopatico.
L’evento parto potrebbe contenere una serie di fattori di rischio che potrebbero contribuire a creare problemi al bambino e quindi generare anche disfunzioni somatiche come:
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Travaglio protratto e superiore alle otto ore o inferiore alle due ore;
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Età gestazionale inferiore a 34 settimane o maggiore a 41 settimane;
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Presentazione anomala: facciale o podalica;
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Condizioni materne capaci di influenzare negativamente il travaglio: sproporzione feto pelvica, deformazioni vertebrali marcate, tensioni muscolari asimmetriche, diaframma poco mobile, stress;
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Ostacoli artificiali: molte donne si trattengono dal partorire;
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Pressioni esterne: Kristeller (spinta esterna da parte dell’ostetrica a livello del fondo dell’utero con lo scopo di facilitare l’espulsione della testa fetale in fase espulsiva avanzata)
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Pressioni esercitate direttamente sul bambino: applicazioni di ventosa, utilizzo del forcipe;
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Parto gemellare.
Tutte queste condizioni, che aumentano durante l’intensità delle pressioni esercitate sul neonato, rafforzano il rischio di un trauma strutturale.
- La riduzione e impegno della parte presentata,
- La progressione,
- La rotazione interna,
- Disimpegno della parte presentata,
- Restituzione o rotazione esterna, espulsione totale del feto.
Disfunzioni somatiche sul bambino, per i fattori di rischio sopra elencati potrebbero provocare disturbi come:
- problemi respiratori (asma, allergie, infezioni alle vie respiratorie);
- otiti, riniti e faringiti;
- scoliosi, problemi posturali e loro conseguenze;
- disturbi del sonno;
- disturbi dell’apparato gastro-enterico (stipsi, rigurgiti neonatali, reflusso);
- ritardo nello sviluppo fisico e intellettuale;
- problemi urinari;
- disturbi comportamentali e difficoltà nell’apprendimento.
Si possono verificare, inoltre, problematiche a carico delle suture del cranio con deformazione dello stesso. Queste vengono chiamate plagiocefalie sinostosiche, cioè con saldatura precoce delle suture, ma queste esulano dalla competenza osteopatica. Invece, più comunemente, le plagiocefalie possono essere non sinostosiche, quindi senza saldatura precoce delle suture.
Il termine Plagiocefalia4, deriva dal greco “plagios” (obliquo) e “Kephale” (testa), la principale distorsione della testa che si riferisce clinicamente ad una simmetria craniale. Prima del 1992 i bambini comunemente dormivano in posizione prona e le plagiocefalie erano prevalenti, dopo il 1992 le raccomandazioni dell’American Academy of Pediatrics divennero che i bambini devono dormire in posizione supina per ridurre il rischio di morte improvvisa nella culla, ma l’incidenza di plagiocefalie posteriori aumentarono.
Le asimmetrie craniali da plagiocefalie sono facilmente identificabili con la deformità craniale, mentre le forme più lievi di plagiocefalie potrebbero non essere riconosciute.
Le plagiocefalie senza sinostosi sono quelle di interesse osteopatico. Le plagiocefalie posizionali e gestazionali risultano da asimmetrie posizionali intrauterine. Deformazioni plagiocefaliche sono riferite a causa di forze nel pre-parto, nel perinatale o nel post parto.
Lo sviluppo di plagiocefalie è statisticamente associato con primipara, nascita prematura, ambiente intrauterino, torcicollo e posizione di sonno supina.
Vengono valutati i vari pattern di movimento craniale e dell’atlante rispetto all’occipite. La percezione dalla compliance in una direzione indica un pattern craniale.
La disfunzione somatica atlo-occipitale e/o lo strain orizzontale della sincondrosi sfeno basilare, rappresenta il residuo di una cronica postura intrauterina o il risultato di uno stress meccanico del processo di nascita ( in particolare dall’uso di forcipe o estrazione con ventosa).
L’asimmetria risultante dalla posizione supina nel sonno indurrà un aggravamento della pressione deformante unilaterale dell’occipite, plagiocefalia funzionale.
Un trattamento precoce della plagiocefalia potrebbe aiutare a prevenire disfunzione secondarie, come la scoliosi, che è stata associata a plagiocefalia dove la posizione supina del sonno è stata identificata come fattore causale.
Altra situazione che vari autori hanno mostrato5 è che l’apnea ostruttiva nel sonno, in bambini con ipossiemia, comporta una vasta gamma di disordini comportamentali e problemi neurocomportamentali come iperattività, aggressività, difficoltà di apprendimento, scarso rendimento scolastico, ritardo neurocomportamentale, sonnolenza diurna, deficit della crescita e persino danni neurologici permanenti. L’eccessivo sforzo e dispendio energetico necessario per respirare comporta stanchezza ed affaticamento nell’adulto e disturbi comportamentali e deficit della crescita nel bambino. La presenza di vie respiratorie ristrette è una manifestazione comune nella sindrome di Down e così molti altri problemi sono frequenti nei bambini affetti da tale sindrome. Problemi analoghi possono verificarsi, tuttavia, anche in bambini non affetti dalla sindrome di Down se le vie respiratorie sono compromesse.
Nel bambino con sindrome di Down, le vie respiratorie ristrette sono ulteriormente delimitate o persino bloccate dalle secrezioni. Ciò costringe il bambino a respirare attraverso la bocca, la quale risulta già ristretta dal palato profondo e rimpicciolita a causa dell’angolazione della base cranica e da micrognazia. Non sorprende quindi che, di conseguenza, il bambino presenti la protrusione della lingua.
Le disfunzioni meccaniche come questa possono essere palpate dalle dita di un osteopata esperto e conoscitore dello sviluppo della medicina osteopatica di Sutherland. L’operatore può rimuovere la disfunzione con un approccio delicato, conservativo e non invasivo. L’esperienza clinica osteopatica ha dimostrato che una volta che è stata rimossa la disfunzione meccanica e ripristinata l’attività di pompaggio meccanico fisiologico dei seni coinvolti, questi sono in grado di effettuare un’attività di drenaggio. Successivamente la membrana mucosa iperemica si riduce e le adenoidi e le tonsille ingrossate riacquistano le dimensioni normali. Diminuisce la frequenza degli attacchi di sinusite e, con questa, la necessità di assumere ripetutamente antibiotici perché non sussiste accumulo di muco che potrebbe infettarsi. Le vie respiratorie sono libere. Non ci sono controindicazione al trattamento, eseguito da un osteopata esperto e competente, rispetto all’età del paziente.
1 Osteopatia in neonatologia – Colli- Biagiotti – Sterpa Ped Med Chir. (Med. Surg. Ped), 2003, 25: 101-105
2 Osteopatia in neonatologia – Colli- Biagiotti – Sterpa Ped Med Chir. (Med. Surg. Ped), 2003, 25: 101-105
3 Palpatory diagnosis of plagiocephaly – Sergueff et Al. Complementary Therapies in Clinical Practice (2006) 12, 101 – 110
4 Palpatory diagnosis of plagiocephaly – Sergueff et Al. Complementary Therapies in Clinical Practice (2006) 12, 101 – 110
5 La gestione osteopatica del bambino affetto dalla sindrome di Down Nicholas J.R. Handoll, D.O. British Ostepathic Journal 1998 Vol XXI , 11-20