Nella società globalizzata in cui viviamo, il Sistema Sanitario Nazionale si avvale, dal punto di vista terapeutico, di protocolli validati dall’OMS e attestati da evidenze scientifiche. Tra i quattro obiettivi principali della strategia 2002 – 2005, relativa alla medicina tradizionale, l’OMS ha previsto di sostenere gli Stati nell’integrazione della medicina tradizionale nei rispettivi sistemi sanitari e nel 2003 con la Risoluzione AMS56.31 ha invitato gli Stati Membri a formulare e dare attuazione a politiche e normative nazionali su medicina tradizionale, medicina complementare e alternativa per sostenerne il corretto utilizzo. Nel 2009 con la Risoluzione OMS (AMS62.13) in materia di medicina tradizionale ha inoltre invitato gli Stati Membri a considerare, se necessario, l’inclusione della medicina tradizionale nei propri sistemi sanitari nazionali e la costituzione di sistemi per la qualifica, l’accreditamento o l’abilitazione dei soggetti che praticano la medicina tradizionale.
Nell’aprile 2010, è stato pubblicato il documento dell’OMS “Benchmark per la Formazione in Osteopatia”, che definisce l’osteopata “professionista laureato con diritto alla diagnosi neuro-muscolo-scheletrica”.
La richiesta di riconoscere l’osteopatia tra le pratiche mediche e l’osteopata fra le professioni sanitarie trova fondamento e validazione nelle Risoluzioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La rilevanza del fenomeno delle cosiddette medicine complementari è tale da aver indotto all’approvazione della risoluzione del Parlamento Europeo della risoluzione A4-0075/97 del 27 maggio 1997 recante lo statuto delle medicine non convenzionali. In particolare, tra le premesse di detta risoluzione si fa riferimento, all’esistenza di un largo spettro di discipline mediche non convenzionali con la precisazione che alcune di esse, come l’osteopatia, beneficiano di un riconoscimento giuridico solo in alcuni Stati Membri. La risoluzione evidenzia, che l’eterogeneità in materia di status e di riconoscimento di ciascuna delle medicine non convenzionali nell’ambito dell’UE rappresenta
un ostacolo alla libera circolazione delle persone e alla libertà di stabilimento tutelate dal trattato istitutivo e che occorre garantire ai pazienti la più ampia libertà di scelta terapeutica e la tutela da operatori non qualificati. Sulla base di tali premesse, la risoluzione impegna la Commissione ad avviare un processo di riconoscimento delle medicine non convenzionali e di elaborare una legislazione da parte degli Stati Membri sulle varie forme di medicine non convenzionali.
L’osteopatia è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una professione sanitaria di contatto primario con competenze di diagnosi, gestione e trattamento dei pazienti, esclusivamente manuale, che s’indirizza a tutti i cittadini, dal neonato all’anziano.
Essa si basa sull’evidenza che nell’organismo umano l’integrità della struttura e l’efficienza della funzionale sono strettamente legate e che l’organismo umano dimostra in varie condizioni una tendenza intrinseca verso il raggiungimento di un nuovo livello omeostatico il più prossimo possibile a quello in cui si trovava prima dell’evento. Sulla base di questi principi, l’osteopatia ha individuato 5 modelli di intervento, biomeccanico, respiratorio-circolatorio, metabolico-energetico, neurologico e comportamentale, che possono essere utilizzati in modo coordinato tra di loro. Nel 2006 tali modelli sono stati ufficialmente riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Al centro di tali modelli viene posto il sistema muscolo-scheletrico a livello del quale si possono riconoscere segnali di
sofferenza in alcuni casi anche ad origine dagli organi interni. L’alterazione di struttura corporea viene definita disfunzione somatica.
Gli osteopati si avvalgono di un’ampia serie di tecniche manuali finalizzate a correggere la disfunzione somatica. Essa è definita come l’alterazione della funzionalità delle componenti del sistema somatico quali ossa, articolazioni, fasce e muscoli considerate come un unico elemento insieme ai vasi ematici e linfatici e alle componenti del sistema nervoso periferico che le compongono. La disfunzione somatica è codificata a livello internazionale all’interno dell’International Classification of Diseases (ICD-10) e denominata nel glossario AACOM. La sua correzione ha la finalità di migliorarne transitoriamente la funzionalità lasciando poi al sistema omeostatico dell’organismo l’onere di trovare un nuovo livello di equilibrio più prossimo al livello di salute.
BIBLIOGRAFIA
- Eurispes, Rapporto Italia 2010.
- World Health Organization (2010). Benchmarks for Training in Osteopathy. Geneva: WHO.
- Chila AG. Foundation of osteopathic medicine.3 rd ed. Lippincott Wiliams & Wilkins.
- International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD-10) (M99.0-M99.9.).