“La struttura determina la funzione”, “la funzione e la struttura sono in relazione reciproca” e simili aforismi rappresentano tradizionalmente un altro dei principi osteopatici. Tale principio riconosce il posto speciale occupato dal sistema muscolo scheletrico fra i sistemi del corpo e la sua relazione con la salute della persona. Il sistema muscolo scheletrico rappresenta l’effettore ultimo attraverso il quale si interagisce nel mondo, qualsiasi cosa gli esseri umani facciano lo fanno attraverso il sistema muscolo scheletrico. Se pensiamo al neonato, ma anche nella vita intrauterina, il primo organo effettore o d’interazione con il mondo esterno utilizzato per verificare, esplorare e conoscere il mondo è la bocca.

Nella bocca convergono innumerevoli strutture di tipo recettivo, sensoriale, muscolare e articolare, deputate a integrare tutte le informazioni sia provenienti dall’ambiente interno che provenienti dall’ambiente esterno.

Oggi la visione e l’interpretazione di questo distretto si è ampliata arrivando a coinvolgere più strutture come i denti, la mandibola, i muscoli della masticazione, l’epitelio buccale, le articolazioni temporo-mandibolare e i nervi che sono interessati in queste strutture. Con tale insieme di strutture si viene a configurare quello che oggi si chiama apparato odontostomatognatico.

Con tutto ciò azioni come fonazione, masticazione, deglutizione, sbadiglio, sorriso, morso, complementarmente la respirazione, il tutto integrato col sistema tonico posturale. Tale sistema ha il compito di consentire all’uomo la stabilità posturale, sia in posizione statica che in movimento, adattandosi ai continui cambiamenti ambientali. Tale sistema utilizza recettori sensoriali (es: l’occhio), centri nervosi superiori (es: cervelletto e vestibolo) e effettori (nervi oculomotori, midollo spinale per i muscoli scheletrici).

Alla luce di ciò si desume che cranio, mandibola, dentizione, lingua e colonna vertebrale costituiscono un’unità inscindibile e come tale deve essere esaminata e trattata. Tale unità è indissolubilmente legata all’intera postura.

Con ciò certamente non si pretende che l’uomo si serva delle sue informazioni mandibolari per tenersi eretto ma si costata che è abbastanza semplice che una disfunzione nella sfera mandibolare sia eventualmente suscettibile di modificare il normale stato del tono posturale. Ma se oltre alla disfunzione è presente una lesione dentale o un agenesia di uno o più denti sarà sempre necessaria la collaborazione col dentista (meglio gnatologo).

Le problematiche posturali, certi dolori muscolo scheletrici, anche in distretti lontani dalla bocca (es: le anche), le emicranie o cefalee possono dipendere anche dalla bocca.

La maggior parte degli osteopati conoscono questi meccanismi e spesso, durante l’anamnesi, escono fuori informazioni come: il paziente stringe i denti durante il giorno, bruxa durante la notte (cuspidi limate), presenta click mandibolari o blocchi in apertura, ha dolori inspiegabili alle orecchie, presenta una pronuncia blesa o ha ancora il vizio di succhiarsi ancora il pollice.

A corredare il quadro esce fuori un passato colpo di frusta cervicale, trattato magari anche col collare, ha subito un trauma mascellare, presenta otiti ripetute, estrazioni dentarie durante le quali la bocca è rimasta aperta per lungo tempo o ha subito trattamenti di ortodonzia con l’utilizzo di forze extra orali, reflusso gastro esofageo, cicatrici sul collo (chirurgiche: tiroidectomie, ernie cervicali). Tutte queste situazioni saranno sempre dei fattori aggravanti.

È necessario anche inquadrare l’eventuale dismorfismo cranio-facciale con il riconoscimento nel paziente di una delle tre classi occlusali (classe I, Classe II 1a divisione, 2a divisione e Classe III)

Tutto ciò andrà ad avere conseguenze sul cranio e sulle catene muscolari di tutto il corpo, realizzando un algoritmo disfunzionale discendente, esclusivo o misto a un altro problema ascendente (un viscere, il piede, un ginocchio operato ecc..), che rappresenterà probabilmente la causa prima del disturbo per cui il paziente giunge alla nostra osservazione.

La visita quindi passerà in rassegna, attraverso una batteria di test, tutti questi settori relativi al sistema tonico posturale alla ricerca della relazione discendente tra cranio/faccia/bocca e disturbi che il paziente accusa.

Ci si può trovare quindi a trattare la mandibola e i muscoli correlati, come anche la lingua, la colonna vertebrale, il bacino, il diaframma e se necessario anche il piede.

Solo i test ci daranno poi l’esito del nostro trattamento.

Per cui non bisogna farsi meraviglia se per un problema muscolo scheletrico, nostro sistema effettore con cui ci relazioniamo nel mondo, ci si trova con le mani guantate dentro la bocca e subito dopo sull’addome e poi magari su un piede.

Tutto ciò e “solamente” la prassi dell’osteopatia, nel rispetto della prima regola che il suo fondatore ha generato: La struttura governa la funzione, ma anche viceversa!