In questo modello l’individuo viene visto alla luce del contesto psicosociale in cui è inserito, con tutte le possibili interazioni con l’ambiente familiare, lavorativo e
sociale, comprese le componenti ereditarie, sessuali, alimentari,culturali, economiche, religiose e geografiche.
Ma sopratutto, vengono analizzate le modalità con cui tale vastità di relazioni possono influenzare lo stato di salute dell’individuo, e quindi interagire sulla sua
percezione del dolore, della malattia o della disabilità.
In altre parole, viene riposta un’enfasi particolare sulla relazione del paziente tra il suo ambiente interno e esterno, tra il processo di guarigione, la natura psicologica dell’individuo e il suo ambiente sociale.
Inquinamento ambientale, chimico, sedentarietà, traumi emotivi o sociali, abuso di droghe o alcol sono di primario interesse per questo modello.
Nella valutazione vengono utilizzati diverse strategie e metodi di lettura del paziente, includendone contesto fisico, psichico, spirituale e sociale, carpendone
gli effetti sulla sua costituzione, ma anche come questa eserciti l sue influenze sull’universo comportamentale e psicosociale.
Pertanto, i modelli costituzionali e biotipologici possono essere applicati per l’interpretazione del paziente e della sua patologia, come pure per selezonare e
somministrare al meglio tecniche a specifica azione tessutale.
Questo modello include anche l’uso consapevole e appropriato della relazione (verbale-non verbale) tra terapista e paziente, nonché il processo di responsabilizzazione da parte di quest’ultimo del proprio processo di guarigione, attraverso l’informazione, l’educazione – non solo della singola persona, ma
anche e sopratutto della famiglia- verso uno stile di vita sano e salutare.