Il Respiratorio-circolatorio è un modello che rivolge le sue valutazioni e trattamenti al corretto scorrere e propagarsi dei fluidi corporei. Questo perché una buona circolazione di questi su tutta la superficie corporea garantisce: un buono scambio gassoso e dei nutrienti; la rimozione di tutte quelle sostanze di scarto e dunque nocive per il corpo; una buona comunicazione chimico-fisica. In altre parole la presenza e lo scorrere dei liquidi su tutta la superficie corporea è fondamentale alla vita stessa. A garanzia di tutto ciò sono molteplici le componenti che interagiscono tra di loro cioè:
• Il buon funzionamento dei diaframmi: strutture anatomiche poste a confine tra regioni differenti del corpo che grazie alla loro azione riescono a modulare le pressioni delle varie regioni, come per esempio tra torace ad addome (azione questa indispensabile in un buon sistema idraulico come quello del corpo). Una di queste è il diaframma toracico, il più conosciuto in quanto il più importante muscolo respiratorio nell’uomo;
• Il sistema respiratorio, che permette lo scambio gassoso, arricchendo per esempio il sangue di ossigeno;
• L’apparato cardio-circolatorio e muscolo-scheletrico che garantiscono la spinta dei fluidi corporei all’interno dei circuiti preposti;
• Il sistema linfatico e venoso che assicurano le vie di eliminazione degli scarti risultanti dalle reazioni chimiche e gestiscono inoltre tutte le reazioni di difesa a carico del sistema immunitario.
Tutte queste componenti, che operano in sinergia costante, necessitano di una valutazione e di un trattamento che partano da una visione globale (prerogativa questa dell’osteopatia in generale) per poi arrivare, dopo attente valutazioni, a lavorare sulle singole componenti cercando di ripristinare l'equilibrio necessario al buon funzionamento dell’intera “macchina”.
Per fare un esempio di come questo modello osteopatico operi basti pensare al muscolo respiratorio per eccellenza, il diaframma, che durante una respirazione forzata, con il suo movimento, determina una differenza pressoria tra torace e addome tale da provocare un aumento del flusso linfatico, di quello sanguigno della vena cava superiore e una diminuzione del flusso della vena porta, stimolando così un processo di drenaggio del corpo utile all’eliminazione degli scarti dell’organismo. Un cattivo funzionamento del diaframma quindi potrà essere causa di un rallentamento del flusso sanguigno e linfatico e dare come risultato
un indebolimento generale nella velocità di scorrimento dei liquidi corporei ed un conseguente ristagno e gonfiore alle estremità corporee.
In questo caso l’approccio osteopatico focalizzerà il suo intervento al ripristino della meccanica diaframmatica per garantire sostegno all’intero sistema fino a quel momento in difficoltà.
Questo tipo di approccio si prefigge quindi degli obbiettivi specifici:
• Liberare il più possibile il corpo da tensioni miofasciali presenti nelle aree di transizione tra una regione e l’altra (cranio, torace, addome, bacino);
• Sincronizzare e rendere più efficienti possibile i diaframmi del corpo;
• Valutare ed eventualmente trattare gli organi appartenenti al complesso sistema artero-veno- linfatico;
• Potenziare i gradienti pressori ed il pompaggio idrodinamico.
È utile ricordare che tutti i modelli osteopatici non operano mai a compartimenti stagni, anche quando si lavora in maniera specifica su un sistema. Il corpo lavora costantemente in sinergia perfetta tra le sue parti.
Con un effetto domino qualsiasi interferenza nell’equilibrio umano scatenerà un’infinità di reazioni aventi lo scopo di portare l’individuo ad una nuova condizione di equilibrio omeostatico. La suddivisione in modelli quindi avrà un fine puramente scientifico e divulgativo, ma che nella pratica dovrà tenere conto della moltitudine di fattori che caratterizzano la vita di un uomo.