La pressione intraoculare (IOP), che normalmente si aggira tra 11-21 mmHg, è il risultato del rapporto tra la produzione e il drenaggio di umor acqueo. L’umor acqueo è un liquido continuamente rinnovato e circolante; l’umor acqueo prodotto può contemporaneamente defluire dall’occhio, perché la IOP è superiore a quella delle vene episclerali (rete venosa attorno la sclera dell’occhio). La IOP consente al bulbo oculare di mantenere la sua forma geometrica e la sua consistenza, in questo modo il bulbo può adempiere alle proprie funzioni ottiche con l’ampiezza e la rapidità di movimento che gli sono necessarie.

La produzione e deflusso dell’umor acqueo non sono sempre strettamente in equilibrio fra loro, cosicché il valore della IOP varia continuamente nelle 24 ore: in condizioni fisiologiche le fluttuazioni della IOP non superano i 3-5 mmHg. I fattori che determinano queste variazioni sono molteplici e mutano sia soggettivamente, che secondo la razza, sesso ed età della persona.

In condizioni di norma, la IOP si modifica in sincronia con le contrazioni cardiache, con il respiro e con il variare della posizione corporea. Essa risente pure delle condizioni psichiche e delle variazioni emotive del soggetto. Anche l’esercizio fisico, l’assunzione di cibo o di liquidi, di alcool o caffè possono influire sull’equilibrio pressorio. Si tratta comunque di fluttuazioni di modesta entità e durata, in quanto i meccanismi omeostatici contribuiscono alla normalizzazione di queste modeste escursioni.

Il deflusso dell’umore acqueo, quindi, nel suo complesso consente all’occhio normale di raggiungere e conservare valori pressori fisiologici con modeste fluttuazioni nelle 24 ore.

Ipertensione Oculare

In condizioni di normale equilibrio, il volume di acqueo prodotto eguaglia quello che defluisce. Quando le fluttuazioni superano una certa entità o quando il valore pressorio medio si stabilisce su livelli non fisiologici (oltre i 21 mmHg), esiste la concreta possibilità che si stiano instaurando alterazioni morfo-funzionali a carico di uno o più dei parametri che regolano l’idrodinamica oculare.

Un aumento patologico della IOP rappresenta l’elemento determinante della gran parte delle forme di glaucoma: il glaucoma è la principale causa di cecità nel mondo.

Quindi l’ipertensione oculare è il principale fattore di rischio per il glaucoma e il rischio aumenta progressivamente con l’aumentare del livello pressorio.

Osteopatia e Iperpressione Oculare

Per comprendere che aiuto può dare l’Osteopatia nei casi di iperpressione oculare, bisogna dare una breve descrizione delle strutture responsabili dell’idrodinamica dell’umore acqueo.

Cenni di Anatomia Oculare e Idrodinamica dell’Umor Acqueo

Le strutture anatomiche implicate sono:

  1. a) il corpo ciliare formato da due parti:il muscolo ciliare e i processi ciliari. I processi ciliari sono responsabili della produzione dell’umore acqueo. Il muscolo ciliare è costituito da fibrocellule muscolari lisce longitudinali e circolari.
  2. La camera anteriore e la camera posteriore dell’occhio formano lo spazio compreso tra il cristallino e la cornea: questo spazio è diviso nelle due camere dall’iride (situata davanti al cristallino). Esse comunicano grazie all’orifizio centrale dell’iride, la pupilla. 

    Figura plastica dell’angolo irido-corneale. 1. trabecolato cribriforme – 2. trabecolato corneo-sclerale – 3. trabecolato uveale – 4. trabecola dell’iride – 5. tendini del m. ciliare – 6. vena dell’umor acqueo – 7. sperone sclerale – 8. canale di Schlemm – 9. setto sclerale – 10. anello limitante anteriore di Schwalbe – le frecce indicano le vie di deflusso.

  3. L’Angolo irido-sclero-corneale: è l’angolo della camera anteriore che esplica un ruolo insostituibile nel drenaggio dell’umore acqueo ed acquista un significato patogenetico fondamentale nei riguardi dei glaucomi.

In questo angolo si possono riconoscere le due vie di deflusso dell’umore acqueo:

  • via convenzionale o deflusso trabecolare (permette l’ 80-95% del deflusso): formata dai trabecolati corneo-sclerale, cribriforme e dal canale di Schlemm. Costituisce la via principale del deflusso.
  • via non convenzionale o deflusso uveo-sclerale (permette il 5-20% del deflusso): formata dal corpo ciliare, dal trabecolato uveale e dallo spazio sovraciliare. Questa via assume però importanza, quando il sistema principale convenzionale non funziona.

L’umor acqueo viene riversato dai processi ciliari nella camera posteriore dell’occhio, che funge da bacino di raccolta iniziale. Da questa, scorrendo lentamente tra la faccia posteriore dell’iride e quella anteriore del cristallino, si trasferisce nella camera anteriore attraversando il foro pupillare. Dalla camera anteriore può defluire attraverso le due vie di deflusso nel sistema venoso dell’occhio e quindi nei seni venosi del cranio. Bisogna anche precisare che nella regolazione della produzione e del deflusso, un ruolo fondamentale è attribuibile al sistema neurovegetativo (parasimpatico ed ortosimpatico), ma anche al sistema dopaminergico, al sistema ormonale ed a una regolazione intracellulare.

Approccio Osteopatico all’Iperpressione Oculare

Dal punto di vista osteopatico l’aumento della IOP deve essere approcciato attraverso un’integrazione dei 5 modelli osteopatici a causa dei numerosi fattori (endogeni ed esogeni) che ne influenzano la sua fluttuazione. Nel pieno rispetto dei principi fondamentali osteopatici enunciati dal Dr. A. T.Still, lo scopo del trattamento è quello di influenzare le strutture responsabili della corretta idrodinamica oculare in modo che una IOP elevata torni a livelli fisiologici.

Quindi il trattamento si rivolge alle strutture anatomiche (ossee, muscolari, nervose, circolatorie, fasciali ecc…) che dai test di valutazione osteopatici sono state trovate in disfunzione somatica primaria, sia che esse siano in modo diretto o indiretto coinvolte nell’idrodinamica oculare.

Con particolare attenzione alle vertebre cervico-dorsali e le coste, al diaframma, all’orbita, al globo oculare, al sistema venoso dell’occhio e ai seni venosi del cranio, alle ossa e suture del cranio e al sacro, al sistema neurovegetativo, per influire sul controllo ortosimpatico e parasimpatico e sul controllo ormonale della IOP, per migliorare il drenaggio venoso e linfatico dell’occhio e del cranio, e quindi ridurre la IOP.

A conclusione si vuole ricordare che: “il corpo, dalla testa ai piedi, rappresenta un meraviglioso meccanismo e, sebbene esso consista di svariate porzioni, risulta disegnato come un’unità universale; è un disegno universale per la funzione. Rollin Becker D.O.”.

Bibliografia

1. Enciclopedia Medica Italiana; Ed. UTET, s.l., 1989

2. Trattato Italiano di Oftalmologia; Ed. VERDUCCI, Roma, 1990

3. Il Glaucoma; Ed. Mattioli 1885 SPA, Fidenza 2005

4. Testut-Latarjet; Trattato di Anatomia Umana; quinta edizione, volume quarto, libro ottavo; Ed. UTET, 1971

5. H. I. Magoun; Osteopatia in Ambito Craniale; Ed. FUTURA PUBLISHING SOCETY, 2008

6. P. E. Greenmann; Principi di Medicina Manuale; Ed. FUTURA PUBLISHING SOCETY, 2006

7. R. E. Becker; La Vita in Movimento; Ed. FUTURA PUBLISHING SOCETY, 2009

8. A.T.Still; Osteopatia: Ricerca e Pratica; Edizione Italiana Castello Editore, Milano 2000

9. Tesi Inedita; RIDUZIONE DELLA PRESSIONE INTRAOCULARE TRAMITE TRATTAMENTO OSTEOPATICO DI TIPO CRANIO-SACRALE; di: Marcello Romano; relatore: Giacomo Lo Voi D.O., Co-relatore Vito Adragna D.O.; anno accademico 2009/2010; scuola: Centro Studi di Osteopatia Tradizionale C.S.O.T. direttore: Giacomo Lo Voi.