La posturologia è lo studio della posizione del corpo nello spazio e della relazione spaziale tra i segmenti scheletrici, il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio, sia in condizioni statiche che in condizione dinamiche.
Di conseguenza l’equilibrio è inteso come la somma di infinite posture al fine di assicurare la posizione eretta.
Concorrono per creare questo sistema fattori di tipo neurofisiologici, biomeccanici, psicoemotivi, a cui bisogna aggiungere un ulteriore fattore, l’embriologia.
Il ruolo del posturologo è andare a ricercare, analizzando i vari recettori posturali attraverso l’osservazione e la valutazione, da dove potrebbe nascere una possibile disfunzione che, alterando il sistema, provoca delle variazioni sull’equilibrio statico e dinamico.
Ma quali sono i recettori che si analizzano?
Fondamentalmente nella posturologia classica sono 4:
- Oculare e Vestibolare;
- Podalico;
- Stomatognatico o sistema occlusale;
- Pelle.
Sebbene si è cercato nel tempo di “convenzionare” una normalità posturale, oggi sappiamo che non esiste una tale convenzione, poiché ogni soggetto sta nello spazio e si muove in esso in maniera assolutamente esclusiva; non esiste perciò una stessa postura che valga per ogni singolo individuo.
Col tempo infatti ci si è accorti che alcune disfunzioni non rispondevano a nessuno di questi recettori o che, sebbene corretti, la problematica posturale persisteva.
L’osteopatia, nel corso del tempo ha contribuito a spiegare un sistema posturale molto più complesso, rifacendosi al suo concetto basilare di olismo.
Questo sistema integra al suo interno:
- Cranio; un’asimmetria cranica che si possa essere creata durante la vita intrauterina, durante il parto o anche in fase di accrescimento può guidare uno sviluppo posturale viziato.
- Fascia; questa è intesa come il tessuto connettivo che forma la totalità del nostro corpo e che permette il collegamento tra tutte le varie parti di esso, attraverso muscoli, tendini, legamenti, aponeurosi, etc. Una fissità o una interruzione di tale struttura, di cui l’esempio più classico può essere rappresentata dalla cicatrice, porta ad una riorganizzazione e una modificazione posturale.
- Visceri; quanti quando hanno una cosiddetta colica viscerale sono “piegati” dal dolore? Ecco questo fa intendere come ogni organo viscerale, alterato nella sua normale fisiologia, possa modificare temporaneamente o in maniera “cronica” un atteggiamento posturale.
All’interno di questa nuova visione, i recettori posturali classici entrano in un sistema molto più complesso in cui la visione della totalità della persona esula dal singolo recettore, ma entra a far parte di un circuito più profondo.
La posturologia osteopatica si pone l’obiettivo quindi di analizzare tutto questo e percepire se è necessario o meno un intervento manuale per modificare o rendere più confortevole un atteggiamento posturale.